No! Le sostanze dopanti non sono consentite negli alimenti, per una serie di motivi, principalmente perché hanno azione farmacologica e non sono sicure se utilizzate negli alimenti. Pertanto, i prodotti alimentari con aggiunta di sostanze dopanti non possono essere legalmente sul mercato dell’UE o del Regno Unito.
Questo dipende dalla loro classificazione. Potrebbe essere necessario notificare gli integratori alimentari e alcuni alimenti con vitamine e minerali. È necessaria una valutazione. La mancanza di notifica, quando obbligatoria, può comportare multe, sequestri di prodotti e ritiri. Inoltre, è spesso richiesta dai marketplace online come Amazon. Gli Stati membri, in particolare la Francia, hanno criteri di classificazione divergenti, che possono creare problemi significativi.
Possono essere utilizzate solo indicazioni sulla salute autorizzate ai sensi del regolamento (CE) n. 1924/2006. Ad esempio, la creatina ha un’indicazione sulla salute autorizzata sull’aumento della forza muscolare, in combinazione con l’allenamento di resistenza. Tuttavia, compliance e pubblicità accattivante non sono il risultato di un “copia e incolla” delle norme, ma di un’applicazione precisa e originale delle norme e della giurisprudenza esistenti.
Ci sono buone ragioni per concludere che si tratta solo di un’affermazione, che deve essere conforme ai principi sulle pratiche leali d’informazione sugli alimenti, ma non al regolamento (CE) n. 1924/2006. Va notato che alcuni Stati membri adottano un approccio più restrittivo, sebbene ciò limiti la capacità dei consumatori di utilizzare i prodotti in modo appropriato.
La Corte di giustizia dell’Unione ha stabilito che il CBD non è un ingrediente psicoattivo allo stato attuale delle conoscenze scientifiche e quindi non rientra nell’ambito di applicazione della Convenzione unica sugli stupefacenti. Questo ha aperto la strada all’autorizzazione del CBD per l’uso negli alimenti, compresi i prodotti per la nutrizione sportiva. Tuttavia, finora non è stata concessa alcuna autorizzazione. Nel Regno Unito, al contrario, il CBD è consentito, in base a misure transitorie.